di Adriano Patti
Cosa puoi aspettarti da un concerto in un teatro decisamente piccolo, a primavera decisamente inoltrata, di venerdì sera mentre la tua città manda i motori al massimo per catapultarsi dentro l'ennesimo weekend fatto di cose da weekend?
Cosa puoi chiedere ad un ragazzo con la chitarra davanti ed una band dietro quando sono le dieci e mezzo di sera ed il cielo non è ancora buio buio buio?
The Niro sale sul palco con l'aria di un amico che non ti vede da un po' e che non vede l'ora di raccontarti tutto quello che è successo nel periodo in cui non vi siete visti.
Poco importa che, come dirà durante lo show, sia la sua prima volta a Catania.
Il silenzio quasi imbarazzato con cui la gente asseconda gli istanti spesi ad accordare la chitarra non dura neanche il tempo della prima canzone e gli applausi sembrano buttare giù il teatro alla fine di piccoli capolavori come About Love And Indifference, Cruel o la splendida Liar.
Immaginate il punto di incontro tra gli ultimi 30 anni di storia del rock, con Jeff Buckley e Radiohead in testa e le nuove leve dell'indie anglo-americano….chessò cose tipo Okkervil River, Beulah o Colin Meloy!
The Niro è uno che tira dritto.
"She's so far…
I won't leave my home.
She wants to call..
Awake! "
Scrive delle splendide canzoni ed il suo scopo è fartele sentire, aiutato nell'impresa da una band senza fronzoli fatta da gente capace di mettere la nota giusta al posto giusto,eliminare un colpo di cassa superfluo e, al bisogno, lanciare anche l'asciugamano al frontman tra un pezzo e l'altro.
The Niro è uno che tira dritto a suonare per oltre un'ora e mezza e quando ha finito ti sembra siano passati cinque minuti.
E questo è un buon segno……..
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