HOME      GUESTBOOK      CHAT      NEWSLETTER      REDAZIONE                CONTATTI
 il progetto      gallery      recensioni      interviste      video      audio      concerti      rubriche
dedicato a Umberto



Recensioni
Concerti

 
ARCADE FIRE
14 luglio 2007
Piazza Castello, Ferrara

di Davide Giuffrida

L’antifona del pop (ma anche del rock)

Avevamo un po’ tutti capito l’antifona. Tre anni or sono nasceva The funeral, dalle quali dieci squisitissime suites si percepiva il genio di Butler e Chassagne. Le maestranze si sono espresse all’unanimità a favore della band canadese e taluni pensavano di aver scoperto un gioiello in mezzo ai sassi.

Ma l’aspetto sorprendente degli Arcade Fire si concretizza proprio nell’immediatezza percettiva, nonostante la poliedrica valenza della corpo sonoro. L’impatto è estremamente godibile ed è strabiliante come anche i brani mai sentiti prima generino un trasporto inaspettato.  

Dopo l’esibizione dei bravi “A classic education”, indie band made in Bologna (li consiglio: www.myspace.com/aclassiceducation), su un palco arricchito da supporti per il visual, fanno la loro apparizione dieci eccellenti musicisti coordinati da Win e Regine. E da lì in poi il delirio.

Non saprei dire quando è stato raggiunto il climax, poiché si è trattata di un’apoteosi continua, da Windowsill a Rebellion (Lies) e perfino nei brani dove si era legittimamente atti ad avvertire un leggero calo –vedi la title track Neon bible- il pathos rimaneva alle stelle …e sotto le stelle della pregevolissima cornice della Piazza Castello di Ferrara, location quanto mai azzeccata!  

Anthem pop! Così qualcuno ha definito la musica degli Arcade Fire, ovvero pop d’antifona o antifonico e nell’impossibilità di apporre un marchio personale su cotanta esperienza musicale, non posso che trovarmi semanticamente d’accordo con tale definizione. E in special modo dopo la performance di ieri sera dove le emozioni hanno spadroneggiato surclassando qualsiasi parvenza di spirito critico. Antifona, dal greco antì (contro) e foné (voce), un termine che ha assunto nel tempo diversi significati, dalla chiesa di S. Ambrogio fino ai giorni nostri si adatta ineccepibilmente alla filosofia del gruppo di Montreal; per i suoni strutturalmente antitetici, dalle fisarmoniche, archi e fiati che rievocano archetipi di matrice folk, all’organo a canne che richiama liturgie di radice ecclesiastica, al basso new wave anni 80; per le armonie preconizzatrici, fuori dai cliché di sempre e nello stesso tempo attingenti da tutta il serbatoio musicale di sempre, da Wagner ai Talking Heads, dalla musica sacra a Echo & the Bunnymen, senza neanche lontanamente scivolare nell’oblio dell’emulazione; per i brividi, quelli veri, fisici, che ti riempiono le braccia di migliaia di minuscole collinette e che ti trapassano i polmoni da parte a parte in quanto fenomenica tipicamente ante suono o metasonora.

Dopo ieri sera credo di avere capito l’antifona!

 

TORNA ALL'ELENCO RECENSIONI

 

   

 

 
Rumori Sound System - © Copyright 2000