di Tiziana Nicolosi
Il fatto che a poche centinaia di metri ci siano i Karate a suonare non scoraggia i R.U.N.I. che al piano inferiore del Sonica, locale alla periferia di Roma procedono energicamente al loro soundcheck. Scendo le scale ansiosa di materializzare le follie indisturbate createmi dall’ultimo lavoro "Il cucchiaio infernale".
Sono esattamente come avrei potuto immaginarli (…se mai avessi provato a farlo). Dal concerto trapelano un sacco di belle cose, come il fatto che l’indipendenza non è solo un mito o un trend del momento ma esiste davvero. Ciò che Fabio (chitarra) sostiene è che per cultura la gente non è pronta a recepire e a comprendere determinati linguaggi come quello della musica indipendente. E non conta se anche loro sono frutto di un altrettanto prodotto culturale, ciò che vedo è che i R.U.N.I non incarnano una macchina per far soldi, sono individui che difendono e sviluppano intime estremità, a costo di dover mantenere il "fugaziano" mestiere che permette di continuare a suonare.
Un po’ più discreti degli Hiroshima rocks around, il gruppo che apre il concerto (un fallo di gomma masturba la chitarra…ma assicuro non è la cosa più interessante della loro performance), i R.U.N.I. riempiono lo spazio; l’eccentrico Roberto (cantante), ci travolge con pose cautamente plasmate da intensi impulsi fisico-sonori. L’energia sprigionata dal suo diaframma passa per un sirius quasi midi a filtri e onde gammatronic, e incontra gli altri strumenti che solo in apparenza si fanno i fatti loro. In realtà un unico nuovo suono fonde l’elegante distacco tra care vecchie note e rivoltose sonorità elettroniche. La tastiera giocattolo a tracolla che utilizza sembra sposarsi perfettamente con quel senso d’infantile perversione che aleggia sul palco.
E’ piacevole perdere l’iniziale attesa dei brani dei dischi. L’intreccio tra i suoni familiari e i nuovi pezzi ha creato un bel gioco che non lascia spazio ad acustiche di sorta ma, il farsi strada in quella zig-zagata sinuosità è un’impresa del tutto affascinante. Se per divertimento s’intende il dimenarsi tra euforie motorie, non mi sono divertita (ma non mancavano i tarantolati in godimento..!).
Il concerto dei R.U.N.I. è stato un maturo viaggio in grado di colmare mutevoli curiosità, creare aspettative, e prenderci tutti (R.U.N.I. compresi) intelligentemente in giro.
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