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Concerti

 
BLACK HEART PROCESSION
3 diceembre 2002
La Palma, Roma

di Tiziana Nicolosi

Una pioggia di cristalli questo concerto, tra fumi gotici e respiri folk. Stasera La Palma frigge onde di tensione cardiaca. Sul palco i Black Heart Procession. La voce di Pall Jenkins tira in armonico arpeggio. Venti elettronici brulicano tra fuoricampi sonori. Ed è effusione e assenza, ed è languore e taglio. Mentre ridesta, su cambi appena devianti, l’edulcorato inciso esplicativo dei sensi: un ritornello più che mai sordo di accesa malinconia.

Un altro ancora l’esserci dei BHP che si delinea con “Amore del tropico”, l’ultimo arrivato segnato dal passaggio Touch and Go. Un lavoro che a dispetto di niente, sembra marcare certi movimenti del gruppo, quasi confondendoli in una più ritmata amalgama di linguaggio sonico. Dispiegamento d’ archi su piano, non a lui l’ ultima parola, un synth scuote le intime note degli oscuri panorami. Minore ordine nelle loro circolari geometrie. Nessuna afflizione. Apertura nel comunque abbandono di un’ attesa come idea di risposta improbabile quanto non più ricercata, all’ossessione del cuore.

E se in ascolto i BHP corteggiano un’immagine agita da malinconici interni country dai calori lignifici, il luogo circostante riproduce l’ambiente adatto al loro live che appare mesto in privilegiato punto d’incontro tra individuali notturni e condiviso mestiere espiatore di anime in tumulto. Fedele violino limante, la batteria esegue la sua candida punteggiatura. Pall equipaggiato di cuore rosso lampeggiante che sbuca dalla camicia (elemento religioso salvifico), maneggia un looper, coniando suoni in chitarra emanare. Sguardo “A sign on the road” si lascia cercare, nella solenne resa di suo sprofondare. Il momento più soffice è quello di ”When we reach the hill”, ed è ampio l’anziano repertorio di vorace attesa. Spazio all’ arnese caro a Jenkins da datato esibirsi, la sega, la cui impronta sembra arrivare da lunghi viaggi. Peccato un piano troppo solo e buio in fondo al palco.. La ripetitività che scandisce, apparentemente sviata in “Amore del tropico”, dal vivo è satura.

Che le atmosfere della formazione californiana si siano dilatate ne dà conferma anche il film della cui emergente piccola agenzia cinematografica i Bhp sono i musicanti, e non solo. Infatti pare che il disco intersechi in maniera diretta e sequenziale la trama di “Tropical murder mistery”, questo è il titolo del DVD di prossima uscita che vede coinvolto il quintetto di San Diego. A dirigere, lo stesso Jenkins. Un appuntamento a cui non mancheremo di presenziare. I Black heart procession sanno soffrire… Parliamone.

 

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