Finalmente dopo tanti live ecco “Handyman” l’esordio dei Wot, raccontateci i mesi di lavoro che hanno preceduto l’uscita.
Il lavoro che ha preceduto l’uscita del disco è stato lungo e soprattutto faticoso, purtroppo stiamo vivendo sulle nostre spalle il lento declino dell’industria discografica che cerca in tutti i modi di resistere in un mondo che cambia e in un Italia che culturalmente affonda sotto i colpi degli amici degli amici di Maria De Filippi . Ci inseriamo in un periodo sfortunato per il disco e di conseguenza non è stato facile portare avanti un progetto discografico come il nostro. Siamo entrati in studio con l’intento di trasferire nel disco la stessa energia e la stessa grinta che mettiamo nei nostri live, volevamo che il disco rispecchiasse la botta caciarona che ci portiamo dietro nei nostri concerti. In parte ci siamo riusciti e anche se il tutto ha richiesto uno sforzo doppio adesso siamo contenti del risultato.
State lavorando a qualche videoclip?
Abbiamo realizzato l’anno scorso il videoclip di “better than Tomorrow “ con la regia di Luna Gualano in perfetto stile Wot seguendo sempre la nostra filosofia low cost, il piacere di un prodotto artistico artigianale fatto con pochi mezzi ma fatto con stile. Lo vedrete presto in giro , ma ne stiamo già preparando un altro per il prossimo singolo.
Il vostro cd è disponibile oltre che nei negozi di dischi su piattaforme digitali,quanto credete in questa nuova modalità di distribuzione?
Il Cd nei negozi non si vende più, le major comprano i propri dischi per poter dire alla gente che hanno venduto 10000 copie, ma alla fine chiunque riesca ad accendere un computer , sa che la musica non si paga più. La vendita in digitale funziona per alcune categorie di musicofili che capiscono cosa vuol dire produrre un disco e quanto può costare ad un gruppo emergente come noi mettere on line il primo lavoro. Non ci aspettiamo molto dalle piattaforme digitali, sarà un modo per arrivare a quella nicchia che è affezionata a questo modo di acquistare la musica, crediamo molto nel live e da quello vogliamo partire il disco ormai è uno strumento promozionale.
Nella rassegna stampa sul vostro sito avete inserito non solo i complimenti dei vari magazine ma anche qualche stroncatura? Considerate ogni critica costruttiva o questa operazione era solo un divertissment?
Credo che ogni parere sia da rispettare e da attenzionare, se stai partendo con un progetto devi sempre metterlo al vaglio della critica e di questa bisogna accettare tutti gli aspetti per capire se quello che fai ha un senso, se è recepito nel giusto modo da chi fruisce. Le stroncature fanno parte del gioco, la musica arriva in maniera soggettiva non tutti reagiamo allo stesso modo davanti a un progetto artistico, la critica negativa ci aiuta a trovare gli errori e a limarli se vogliamo. Alcune stroncature ci hanno fatto riflettere altre sorridere, noi andiamo avanti a testa bassa per la nostra strada, cercando di mettere nei nostri pezzi la semplicità e positività che ci contraddistingue.
Durante questi anni di gavetta qual è stata l’esperienza più bella maturata?
Aver avuto la possibilità di girare buona parte dell’Italia di aver trovato spesso nella gente un riscontro positivo e poi la possibilità di aver aperto il concerto dei Blonde Red Head l’anno scorso a Giovinazzo.
Trovo che rifacendo dal vivo la Beatlesiana Eleanor Rigby siete riusciti a confrontarvi con dei mostri sacri dando comunque una visione personale del capolavoro dei fab4, come nasce l’idea di questa cover?
Volevamo fare una cover dei Beatles, ma in realtà era difficile trovarne una che non fosse stata suonata, riarrangiata e rivista da tutti. Eleonor Rigby probabilmente è una delle canzoni più belle dei Beatles, ed è una delle poche che nasce con un arrangiamento, per quanto alternativo, totalmente orchestrale, la nostra scommessa è stata proprio quella di trovare un arrangiamento rock a una canzone che vive una dimensione da teatro. Ci piaceva l’idea di poter stravolgere una loro canzone senza nuocerle.
Una delle vostre ispirazioni sembrano essere i Franz Ferdinand, sul nostro guestbook tempo fa c’è stata un accesa discussione sul loro ultimo album Tonight:Franz Ferdinand, voi lo avete ascoltato? Se si che ne pensate di questo album?
Allora, Alex Kapranos e soci andavano a palla nello stereo delle nostre macchine nel 2004 ai tempi dell’album d’esordio, erano i tempi di Take me out per capirci ed erano freschi e geniali in alcune intuizioni, già con il secondo album hanno perso quel potere ammaliante , credo che hanno influito sul nostro modo di fare musica tanto quanto i Beatles, i Rolling Stones e Mozart. L’ultimo album ci manca, ma non ne facciamo un dramma.
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Riding a bug on the moon
music/wot-ridingabug.mp3
The same dress from 69
music/wot-thesamedress.mp3
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