Inauguriamo la rubrica BAND-WEEK con il quartetto gelese dei FLUGGE, eclettica e giovane band che negli ultimi 2 anni si è imposta all’attenzione del panorama siciliano mostrando dei notevoli attributi musicali, sia nella composizione che nell’uso saggiamente selezionato di suoni abitualmente non accostati al classico rock, ma che ultimamente fanno le fortune delle nuove formazioni indie che oramai spadroneggiano nel mercato discografico americano/europeo.
I Flugge nascono nel 2004 dall'incontro di Tommaso, Andrea e Salvo, tutti di Gela, città in cui ultimamente il fermento ed il movimento musicale sta diventando veramente interessante. Da subito si dedicano alla composizione di propri brani, nei quali si delineano gradualmente i tratti fondamentali della loro musica: canzoni e non-canzoni in cui trovano posto riff chitarristici e suoni sintetizzati, beat elettronici e melodie vocali.
Nel 2005 la prima demo: "Under lock and key" interamente realizzata dai tre, recensita da diverse webzines italiane. Nel 2006 compongono la colonna sonora per "Incubus" un corto di Felice Valerio Bagnato, che partecipa a diverse rassegne nazionali ed è recensito da riviste del settore.
Nel frattempo è ricca l'attività live sui palchi di tutta la Sicilia, in cui hanno avuto la possibilità di suonare a fianco di Ulan Bator, Enfance Rouge, Alessandro Raina, Tempestine, Iuca Buona, Suzanne' Silver, Tapso2, Smoke on Tv... , e partecipano anche a diverse manifestazioni.
Tra queste, nel 2007, l' Indie Concept (La Chiave - Catania), la rassegna per band emergenti organizzata da RUMORI, in cui vincono e convincono. Subito dopo, diventa parte dei Flugge anche Riccardo Napoli, già batterista degli HCB.
Senza abbandonare lo stile iniziale e il sound che li ha distinti, i Flugge sono adesso impegnati a rivisitare i vecchi brani con l’inserimento del nuovo strumento, e a continuare nella ricerca sperimentale, tenendo sempre presente, a giudicare dagli ultimi lavori, la “forma canzone”. La parola “emergenti” può benissimo essere spazzata via da “ottima realtà”.
Abbiamo fatto qualche domanda ad Andrea, chitarrista del gruppo.
La prima domanda è d’obbligo, che vuol dire Flugge?
E' un termine medico usato (in tutte le lingue) per indicare le goccioline di saliva che fuoriescono quando si starnutisce o si tossisce, etc.... Il termine deriva dal tedesco e significa “capace di volare”. Ci è piaciuto perché fa pensare, in qualche modo, a un qualcosa di liberatorio.
Anche la seconda è d’obbligo. Come fa un gruppo ad esordire con musica così diversa e innovativa rispetto a tutto quello che vi circonda territorialmente (ovviamente mi riferisco all’intera isola).
Oggi, oserei dire per fortuna (almeno sotto certi aspetti è una fortuna), si è bombardati da qualsiasi tipo di suoni, di immagini, di idee provenienti da qualsiasi parte del mondo; il merito è della tecnologia (TV, radio, internet). Quindi gli input provenienti dal territorio sono solo una minima percentuale rispetto alla mole di materiale a cui siamo sottoposti giornalmente, attivamente o passivamente. Parlando di musica, ad esempio, è più probabile che durante la giornata si ascoltino dischi prodotti chissà dove e scaricati da internet piuttosto che vedere un concerto di una band locale (semplicemente perché un concerto è, statisticamente, più raro rispetto allo schiacciare il tasto play su un lettore mp3). Ma anche a prescindere dai dischi, se capita di guardare un programma in TV, si è subito dopo inesorabilmente travolti da una miriade di jingle pubblicitari. Anche se uno va a fare la spesa al supermercato, le orecchie assorbono continuamente ciò che la radio passa in sottofondo (e non passa certo le cose fatte nel territorio). E queste cose, magari qualcuno può storcere il naso, influenzano il modo di fare musica. Non ho forse un'età sufficiente per fare queste considerazioni, ma ho l'impressione che rispetto agli anni precedenti un po' tutti i gruppi della scena locale abbiano una tendenza naturale a diversificarsi fra di loro. Ho l'impressione che questo sia successo in pochi anni. A livello locale ci sono tante personalità che hanno in comune al massimo una vaga scia, ma che cercano ciascuno una propria strada differente dagli altri. Almeno più differente rispetto a qualche anno fa. E questo mi fa ben sperare.
Quali sono le influenze e gli ascolti dei Flugge.
Non è agevole per noi determinare le nostre influenze. Per farlo dovremmo analizzare la nostra musica dall' “esterno” e riconoscerne gli elementi riconducibili ad altra musica. Quindi tanto vale far fare questa operazione ad un orecchio direttamente esterno e non a noi stessi. Gli ascolti sono veramente vari, e ognuno di noi ha ascolti un po' diversi dagli altri. Si va dal rock al pop, dall'elettronica alla new wave. Capita di passare per il jazz e la classica. La risposta corretta sarebbe “quasi tutto”. Oggi, penso, è più difficile avere un proprio “identikit di ascolti” (almeno per me), (e penso che sia anche inutile averlo). Fino a qualche anno fa, se volevi ottenere della musica, dovevi pagarla. Eri quindi portato a non rischiare di spendere i tuoi soldi per comprare qualcosa che avrebbe potuto non piacerti. La conseguenza era che i tuoi ascolti avevano una direzione netta. Adesso, è una realtà innegabile, puoi anche permetterti di scaricarti un disco che magari può anche farti schifo dopo il primo ascolto e l'unica cosa che avrai perso saranno un po' di click del mouse. La conseguenza è che puoi trovarti ad ascoltare anche qualcosa verso cui eri, almeno inizialmente, scettico o di fronte a cui avevi storto il naso. Magari poi ti accorgi anche che ti piace. Magari poi ti accorgi anche che ti ha influenzato.
La scelta di integrare una batteria?
Fin dall'inizio abbiamo sempre cercato di suonare dal vivo quasi tutti gli elementi dei nostri brani, cercando di ridurre al minimo i campioni. Questo perché così ci divertiamo di più e penso anche che comunichiamo di più col pubblico. Ogni suono è “vivo”, è animato dai nostri gesti che sono a volte giusti, a volte sbagliati, a volte più forti a volte più piano e dipendono dall'umore di quel momento, dal modo in cui ti guarda il pubblico, etc... . Il bello della musica live è la non staticità e il suo essere mutevole a seconda delle persone che ne sono partecipi in quel momento (sia le persone che suonano sia quelle che ascoltano). Un campione, invece, è lo stesso ovunque tu lo riproduci. E' per questo che, fin dall'inizio, abbiamo suonato con 3 tastiere, 2 chitarre, 1 basso e 1 voce. L'aggiunta della batteria va in questa direzione. Suonare i pezzi con Riccardo è tutta un'altra cosa. E' molto più coinvolgente per noi, perché mentre suoniamo siamo consapevoli che l'intera massa di suoni la stiamo producendo noi, “in diretta”, e siamo noi a poterla dirigere e modificare. Se picchio più forte sulla chitarra in un determinato momento, perché magari mi gira così, sentirò anche la batteria che picchierà più forte, e quindi una mia azione ha delle immediate conseguenze che sento. Prima, invece, la base proseguiva imperterrita e impassibile per i fatti suoi. Ma, soprattutto, sapevamo che Riccardo avrebbe introdotto nei Flugge delle nuove idee e dei diversi modi di suonare che, alla fine, penso che arricchiranno il progetto.
Odio etichettare ma, se mi dovessero chiedere, che musica fanno i Flugge?
Ti consiglierei di rispondere: “ascoltali”. E' difficile auto-darsi delle etichette. E' come chiedere a una persona: “Che tipo di persona sei?” e sentirsi rispondere: “sono simpatico, molto buono, un po' irascibile”. Tu ci crederesti? Le etichette sono più credibili quando sono gli altri a mettertele. Quindi ti dico che facciamo “electro-rock” (o “electro-pop”, non mi ricordo) che è ciò che ci hanno affibbiato sul volantino di un concerto che abbiamo fatto un po' di tempo fa.
Come ti spieghi questo exploit musicale che sta vivendo ultimamente a Gela?
Non saprei veramente rispondere. Una cosa è certa: in generale, un exploit è qualcosa che si auto-alimenta. Questo perché quando c'è un insieme di persone che fanno qualcosa (musica, nella fattispecie), che si confrontano, si osservano, imparano e si danno spunti a vicenda, questo qualcosa cresce. Ma quanto ho detto riguarda l'evolversi dell'expoit. Ma l'origine? Mi è più difficile risponderti. Posso azzardare una spiegazione.
Gela è una citta culturalmente morta. Se vuoi vedere musica dal vivo, ad esempio, tranne qualche eccezione, molto probabilmente ti imbatterai in una esibizione degli “Amici del Liscio” con annesso contorno di allegri anziani basculanti. Molti dei ragazzi che hanno diverse esigenze culturali (e ce ne sono tanti) sono costretti ad abbandonare la città perché il lavoro o l'università sono fuori, lasciando così Gela in balia degli anziani basculanti. E' allora chiaro che, fino a qualche anno fa, a Gela non poteva nascere ciò che contemporaneamente avveniva a Catania, ad esempio. Oggi le cose sono diverse, è più facile costruirsi un bagaglio culturale anche se si è a Gela, oggi ci sono i mezzi che permettono di farlo. O, perlomeno, di arrangiarsi.
Forse è una spiegazione troppo ristretta o superficiale?
Avete interagito con qualche etichetta? Che riscontri ci sono stati?
Per ora non abbiamo interagito con nessuna etichetta.
Qual è la vostra impressione del pubblico durante i vostri live?
Dipende dai casi. Ci sono volte che, mentre suoni, c'è un bel ritorno da parte del pubblico, le persone sembrano veramente godersi la tua musica, ascoltarla con attenzione, esserne entusiaste. In quei casi suonare diventa come prendersi una birra con un amico: una cosa naturale, non ci devi pensare su, le mani si muovono da sole e anche tu godi insieme alla gente. Ovviamente può capitare invece (speriamo sempre meno) che le persone siano annoiate o, addirittura, infastidite.
E a proposito di live, quando varcherete lo Stretto?
Spero al più presto, dopo avere messo a punto qualcosina.
Meglio il brano sperimentale o la “forma canzone”?
Non lo so. E' come chiedermi se sono meglio le ragazze bionde o le ragazze brune . Dipende dai casi. E poi non riesco nettamente a distinguere le due cose. Se si da la definizione superficiale di canzone come una musica che duri dai 3 ai 5 minuti, si nota in effetti come la forma canzone sia un'inspiegabile e sorprendente impacchettamento della musica in un formato standard. La forma canzone è una convenzione a cui si è sottoposta la quasi totalità della musica di cui fruisce la quasi totalità della gente. L'aspetto più interessante è che la forma canzone è così radicata che oggi non ci appare più come una convenzione o una forzatura, ma ci sembra (o, almeno, sembra alla maggior parte della gente) una forma “naturale” e “necessaria” della musica. Se penso a queste cose, mi verrebbe di dire “è meglio la musica sperimentale”. Però ci sono stati e ci sono uomini così geniali che riescono a fare arte sublime pur rimanendo dell'ambito della forma canzone. E ci sono certe canzoni che riescono a penetrarti dentro e a modificare il tuo umore, che ti danno certe sensazioni alla gola, ti fanno riemergere dei ricordi o ti creano delle immagini nella mente. Magari molta musica sperimentale può essere interessante dal punto di vista “scientifico” o “matematico” o tecnico, ma lascia tale e quale lo stato “fisico” dell'ascoltatore. Quindi, se usata bene, una canzone può avere ben più potere di un complicatissimo e inovativissimo marchingegno musicale sperimentale.
Ovviamente il mio discorso è molto ma molto superficiale. Si può fare musica sperimentale che comunque coinvolga emotivamente l'ascoltatore. Oppure si possono fare canzoni utilizzando delle soluzioni “sperimentali”.
Com’è nata l’esperienza della colonna sonora di Incubus (cortometraggio di Felice Valerio Bagnato).
Conoscevamo Felice e quando ci ha proposto la possibilità di lavorare ad Incubus siamo stati entusiasti di poterci confrontare con un'esperienza per noi nuova.
Qualcuno di voi ha progetti paralleli, o collabora con altri progetti? Riccardo è il batterista degli HCB.
Per concludere, quando il primo album?
Abbiamo un po' di cose da fare, e tra queste c'è pure pensare a un ipotetico album. Si tratta solo di decidere in quale ordine disporre queste cose.
ASCOLTA
Car Song
music/flugge-carsong.mp3
Airplanes
music/flugge-airplanes.mp3
INFO:
www.flugge.tk
www.myspace.com/flugge
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