di Adriano Patti
I bravi ragazzi vanno in paradiso!
A dispetto del nome scelto per la band (The Rakes…letteralmente I Dissoluti) i nuovi fenomeni della New British Wawe sfoggiano, all’interno del booklet che accompagna il loro primo lavoro sulla lunga distanza intitolato Capture/Release ,un look da studenti fuori corso alle prese con le bollette da pagare.
Non fosse perché i Futureheads ( rispettosamente citati tra i ringraziamenti) esistono già grideremmo al miracolo.
Come definirli? Lo-Dark-Fi?
I tredici brani scorrono piacevolmente tra la furia post punk di Strasbourg, il jazzy malaticcio di Open Book , il Lo-Fi Listening di T-Bone e l’incedere finto-incerto di Work, Work, Work (Pub, Club, Sleep).
Ma è in episodi come 22 Grand Job (1: 46’ di intrecci vertiginosi di voci e strumenti), Violent (Wire che fanno a cazzotti con Birthday Party) e soprattutto We Are All Animals ( la Close To Me del terzo millennio) che i nostri mostrano tutta la loro padronanza dello strumento canzone adattandone le liriche alle strambe regolarita dei riffs di chitarra ed a prepotenti linee di basso assolutamente consapevoli della loro provenienza tardo settantottina.
"The guilt won't leave my circulation" ( dalla splendida "The Guilt") è un anthem che difficilmente scomparirà dal mio elenco di tormentoni preferiti di ogni tempo, così come difficilmente riuscirò a nascondere la curiosità per l’uscita del secondo lavoro di questi quattro dandies straccioni con cui quella vecchia puttana di Londra ha deciso di di traviarci.
Ancora una volta.
In pieno 2005.
"We'll chase food, money and sex,
until satisfied.
And when its time to rest,
ask 'whats next?'...
We are all animals" (da We Are All Animals)
www.therakes.co.uk
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