di Florinda Ipocoana
Il nuovo David Bowie… C’è anche chi azzarda simili paragoni. E noi siamo d’accordo.
Non solo per agitazione estetica, ma soprattutto artistica.
Ci ha mostrato facce diverse, diversi stili... Irrequieto, senza dubbio ed in continuo mutamento. La giovane età lo aiuta in questo ed indubbiamente anche una cultura musicale notevole e poliedrica, cominciata da bambino con lo studio del violino ed arrivata al 2009 con un album, “The Bachelor”, che ha meritato di essere definito il miglior album del musicista Wolf e di essere già contemplato fra quelli dell’anno…
Decisamente munifico, ha pronto, persino, un secondo album (si vocifera dal titolo “The Conqueror”) e dopo il terzo cambio di label, ne ha creata una tutta sua la “Bloody Chamber Music”, nome che è tutto un programma…
“The Bachelor” ci ha stregati al primo ascolto, perché l’anima romantica dell’artista inglese trova un’apertura verso il pop e l’elettrica più armoniosa che mai, naturale. Il suono del suo violino è pressoché sempre presente, accompagnato da dolci tastiere, da synt duri, da bassi grintosi. Canzoni come sempre dai colori melodrammatici, intensi, testrali…
“Hard Times” unisce il riff degli archi classici ad uno stile decisamente vicino a quello del migliore Marc Almond, per osare un raffronto… E’ la nostra preferita! La voce decisa, virile, parla di politica, di società, di “tempi duri”, di rivoluzione; immersa in ritmi energicamente anni ’80 e nemmeno tanti originali, porta però indietro nel tempo con uno stile comunque, sempre, indiscutibilmente nuovo e bizzarro.
“The Bachelor”, che da il nome all’ulbum, è una miscela di suono medievale e del cantato del più ruvido dei cantanti blues. Spiazzante…
La bellissima “Volture”, primo singolo, smaccatamente danzereccio, sembra catapultare l’artista dal suo mondo rarefatto e dandy ed uno spudoratamente sensuale, cupo, a metà fra elettronica quasi techno e dark music. Il video accompagna bene questa idea, con immagini sexy e vicine al sadomaso…
“Damaris”, struggente e drammatica; “Thickets” celtica e poetica. La chiusura solenne affidata alla folkeggiante “The Messenger”. Quattordici diamanti purissimi, che permettono di considerare Patrick Wolf un vero genio della musica, che ha fatto della sua anima romantica un vera forza, trasformando la sua naturale timidezza in arte audace ed indiscutibile.
Il giovane lupo inglese è un affascinate equilibrista, che corre, amabilmente inquieto, senza mai cadere, sulle corde del suo magico violino…
Official Website
My Space
Commenta l'articolo sul GUESTBOOK
TORNA ALL'ELENCO RECENSIONI