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dedicato a Umberto



Recensioni
Album

 
THE NATIONAL
High violet  
4AD 2010

di Florinda Ipocoana


Quinto album, ennesima conferma!
Dopo “Alligator” del 2005, ci lasciarono qualche anno fa, era il 2007,  un indiscusso capolavoro come “Boxer”, album che ha consolidato ed affermato a livello mondiale l’innegabile bravura dei National, forse al momento, uno dei migliori gruppi musicali contemporanei, band di culto nell’America del Nord, persino scelta dal presidente Barack Obama per aprire i suoi comizi elettorali con la mitica “Fake Empire”

Senza allontanarsi troppo da quel loro irrinunciabile mondo emozionale e desolato, ma stavolta senza lasciarsene assorbire, propongono “High Violet”, asciutto post punk con sempre melodia, sezione ritmica sincopata, la voce profondissima di Matt Berninger ed i suoi testi in primo piano… La loro ci piace chiamarla una nuova new wave americana, fra i pochi a fondere così armoniosamente attitudini diverse, britanniche degli anni ’80 e statunitensi dei ’50… Forse più adulto il suono, forse meno struggente la loro seppur costante malinconia, forse più quietamente disincantati, non perdono però in intensità e pathos, lasciando tuttavia intravedere una luce più vivida, uno scorcio di possibile felicità.

Sentimentali, notturni, dipingono di intenso viola note e parole, e ci donano undici tracce di poetica tensione, iniziando a dirci di un  “Terrible Love” e di un dolore che cresce fino ad esplodere in rumore; “Anyone's Ghost”, la nostra amata “Anyone's Ghost”, preferita fra tutte, è cupa, sensuale, fatta di carne e sangue; “Bloodbuzz Ohio” è facilmente avvicinabile ai suoni del precedente “Boxer”, e non a caso, forse, è stata scelta come primo singolo; “Runaway”, acustica e folkeggiante, ci porta ad una luminosità più aperta, come una finestra davanti un lago, morbidamente immobile, in un giorno qualunque di una qualunque primavera; “England”, composita, barocca, con un finale dato da un coro di fiati ed archi delicati ma lancinanti; ed infine, l’accurato trionfo di “Vanderlyle Crybaby Geeks”, altra meraviglia di un album destinato ad essere ricordato.

Anima e cuore.

 

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