di Giuseppe Magnano
Secondo lavoro solista per il chitarrista degli Arab Strap il quale, a distanza di tre anni dal suo debutto "5:14 Fluoxytine Seagull Alcohol John Nicotine", dà seguito al precedente maturando il proprio lavoro di introspezione autobiografica ed unendo, questa volta, liriche laceranti a melodie folk-pop decisamente uniche.
Il risultato è un completo abbandono del blues-pesante, protagonista principale dell’esordio, sostituito degnamente da una alternanza di chitarre e ritmi incalzanti (Break My Heart; Loneliness Shine) tipici delle prime produzioni dell’etichetta scozzese (Delgados, Mogwai), melodie folk che ricordano gli ultimi lavori dei Bright Eyes (Devastation; Monday Night Nothing) fino ad arrivare ad arrangiamenti elettronici nervosi e martellanti (No Modest Bear; Bear With Me; Happy Medium) per poi chiudere con un brano pop-punk (A New Heart) in tipico stile ’77, quasi a volere significare la vittoria dell’autore che non cede ai tormenti del cuore, protagonista assoluto del contenuto dei testi.
Il tutto viene condito da preziose collaborazioni al piano, tastiere, cello, hammond e violino che creano arrangiamenti in stile scottish-pop facilmente riscontrabili nel notissimo "The Boy With The Arab Strap" dei Belle And Sebastian.
Un ritorno alle origini per la casa discografica britannica; un album da non perdere per gli amanti del genere, acclamato dalla quasi totalità della critica specializzata (Mojo 5/5; Observer 4/5; Uncut 4/5).
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