di Fabio Milardo
Nulla di confuso ne contaminato, ritorna con il nuovo album degli m83 l’idea dello shoegaze dalle slabbrate eruzioni elettroniche, mettendo alla luce l'indole pop che come non mai in questo disco caratterizza la band: se si allontana il paragone con My bloody valentine, il sound di "Saturdays=youth" assorbe lo stile di Slowdive e Coctenu twins, diroccando non di molto il decennio di revival degli anni 80. Non è l’ibrido che si può immaginare, dalle contaminazioni si può percepire una lieve affluenza dream pop, piace insomma a tutta la generazione “fissascarpe “ malinconica della c-86 generation.
Il singolo “Coleurs” dice tutto: elettronica con sottofondo introspettivo e un synth che sembra quasi un lamento. Dopo il loro miglior lavoro “Before the dawn heals us” datato 2005 questo album è un grande ritorno showgaze meno anacronistico e più raggiungibile dal pubblico.
Un’evoluzione artistica che ha portato nel 2008 un capolavoro tuttavia sottovalutato.
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