di Antonio Vetrano
Ho deciso di non costruire troppi giri di parole per affermare che questo è indubbiamente il DISCO DELL’ANNO. E pensare che si tratta dell’album di esordio di 4 sbarbati 22 enni di New York che avranno rubato ai fratelli maggiori un documentario intitolato "Il Post-punk e la New Wave nella grande Inghilterra degli anni ‘80" e lo avranno visto e rivisto sino alla nausea. Avrano visto i Joy Division di Transmission da cui hanno ereditato l‘inquietante incedere, i Cure di A Strange Day ed avranno iniziato a bruciare dentro, i Bauhaus di Dark Entries e lì decisero di ereditare il look del bassista, gli Smiths di Charming Man ed i Clash di London Calling e quanti altri ne potremmo elencare il cui spirito alberga in tutte le 11 songs e protegge questi quattro intrepidi.
Poi usciti per strada i nostri si sono accorti che erano nella New York del 2002 quella dei Blonde Redhead e delle new stars Strokes, ma anche di Black Rebel Motorcycle Club ed allora è iniziata quella fase di mediazione da cui è nato questo album d’esordio che collega la new-wave ’80 ai suoni indie-noise attuali. Non ho intenzione di parlarvi delle singole song, sono tutte monumentali gioielli di imprenscindibile bellezza. Forse non avranno inventato nulla, ma hanno almeno il merito di mescolare presente con passato in strutture musicali che puntano dritto al cuore senza nulla sbagliare o eccedere. Scusate se è poco e preparatevi a ballarli.
Seminali e Monumentali.
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