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dedicato a Umberto



Recensioni
Album

 
CRANES
Cranes
Dadaphonic - 2008

di Giulio Tomasi

 

Si spingono per farsi notare le formazioni della generazione nu gaze e shit-gaze. Però in mezzo ai vari A place to bury strangers, Amusements parks on fire, Times New Viking, ecco che le vecchie leve si rifanno sotto.

Prima la reunion per quel che riguarda il versante live dei My Bloody Valentine, evento a cui i fortunati che hanno potuto assistere ha provocato uno “shock da feedback” che ancora tarda a passare, poi eccoli qua che rispuntano dolci e sognanti come sempre i Cranes.

La formazione di Alison Shaw torna con un opera omonima, scelta questa che ribadisce quanto sia forte l’identità della band nonostante gli anni che li separano dagli esordi.

Nel disco che di sicuro verrà apprezzato da chi ha amato la cura shoegaze degli ultimi Blonde Redhead, spiccano la struggente Worlds e la lunga Wonderful Things.

Il combo di Portsmouth da ancora una volta un saggio di come sia riuscito a intingere il pennello del dream pop nella tavolozza dei colori più svariati, da quelli elettro-ambientali a quelli del goth.
Bentornati, ne sentivamo la mancanza.

 

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