di Giulio Tomasi
Decide di intitolarlo semplicemente “Secondo” il seguito del suo omonimo esordio Vittorio Cane,artista che va definendo meglio quale sia la missione ovvero quello di svecchiare il cantautorato italiano pasticciandolo con il rap e con degli irresistibili vaneggiamenti bambineschi.
Sarebbe di certo piaciuto a Rino Gaetano un tipo cosi strambo, sia ben chiaro il disco non è mica fatto di risate a crepapelle nell’album non mancano una certa malinconia e una tendenza al grigio si pensi a “Mille”, al tropicalismo ombroso di “Dipendente” o al rimuginare di “Torno su”.
A dimostrare che il nostro non passi inosservato ecco le collaborazioni illustri: la prima con Mao nel pezzo “Ci proverò”, brano che sembra segnare un vero e proprio passaggio di consegne fra i 2; la seconda vede la presenza del “grande vecchio” Remo Remotti nell’ultima canzone del disco la dolceamara “Conclusione”.
Sono certo che a molti di voi le canzoni di Vittorio Cane risulteranno superflue perfino irritanti a tutti gli altri chiedo give oddity a chance.
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