di Giuseppe Magnano
Finalmente un’etichetta che ha deciso di ristampare autentici capolavori. Ebbene si, perché se si è alla ricerca di un gruppo realmente seminale, se si vuole sapere come è nata la musica degli anni ottanta, è necessario acquistare un album dei Sound, la migliore british band dei primissimi anni ottanta.
La critica consiglia il primo, "Jeopardy", oppure il secondo "From The Lion's Mouth"
In un periodo dove tutti gli occhi e le orecchie erano per Joy Division, New Order, Echo and The Bunnymen e U2, i Sound, quartetto di south London, suonavano la loro musica, creavano uno stile che sarà destinato a restare, purtroppo, decisamente sottovalutato dalla critica e dal pubblico di quel periodo.
Il loro debutto del 1980 è, appunto, "Jeopardy". Formazione: Adrian Borland (chitarra e voce), Graham Green Bailey (basso), Mike Dudley (batteria), Bi Marshall (tastiere).
Registrato con pochissimo budget (si sentono, nonostante la ristampa, i suoni molto scarni, poco lavorati, decisamente essenziali), l’album ha ricevuto molti consensi dalla stampa specializzata del tempo ma davvero pochi dal pubblico. Melody Maker scriveva: "Jeopardy ha più spirito, anima e sincerità di qualunque altro album di quest’anno".
Il brano di apertura "I Can't Escape Myself" è un autentico capolavoro.
Il secondo brano "Heartland" è trascinante, da brivido.
I Sound hanno avuto la capacità di unire sapientemente la musica punk con i riffs garage e, con l’aggiunta della tastiera, sono riusciti a dare vita ad un suono unico, psichedelico post punk, che ha caratterizzato la migliore scena degli anni ottanta. Ispirati da Stooges, Patti Smith e David Bowie hanno tipizzato il concetto di new wave creando una musica ancora oggi attualissima.
Questa ristampa della Renascent Records si presenta in confezione digipack molto bella, e contiene, oltre agli undici brani dell’album, anche 4 brani tratti dell’EP (rarissimo) "Live Instinct". Inoltre, contiene tutti i testi delle canzoni e delle brevi note di Stephen Budd e Michael Dudley.
Se vogliamo un paragone essi avevano la grinta dei Joy Division e la melodia degli U2 ma mancava loro la presenza, in scena e fuori scena, da "rock star", necessaria oggi come allora.
Lo sapeva questo Adrian Borland, l’eccellente songwriter dei Sound.
Lui non è mai stato una rock star, era un ragazzo normale, confuso e appassionato, molto depresso a causa del mancato, più che doveroso, successo.
Nell’81 esce "From The Lion's Mouth", (Calvin 'Max' Mayers al posto di Bi Marshall alle tastiere) qualitativamente uguale al capolavoro Jeopardy. Nell’82 è la volta dell’album "All Fall Down", disco tormentato che non mostra il reale talento di questa band ma che è frutto di pressioni della Korova per la creazione di musica più commerciale. Proprio per questo i Sound lasciano l’etichetta Korova – Warner e, per la A&M, incidono "Shock Of Daylight", un mini album piacevole e "Heads And Hearts" che rappresenta la loro maturità ma anche il loro punto di arrivo. L’ultimo lavoro è, appunto, il più che dovuto doppio live "In The Hothouse", registrato al Marquee di Londra nell’agosto del 1985.
"Propaganda", invece, è l’album che non è mai uscito: registrato a casa di Borland nel 1979 da un gruppo che non si chiamava ancora "The Sound" e che aveva smesso di chiamarsi "The Outsiders". Tre brani di questo album sono finiti in "Jeopardy". Anche questo, insieme a Jeopardy, From The Lion’s Mouth e In The Hothouse è stato ristampato dalla Renascent (www.renascent.co.uk)
Si sono sciolti nel 1987. Borland tenta, senza risultato, la carriera solista con gli "Adrian Borland and The Citizens" nell’88. Calvin Mayers muore nel 1993, Graham Green lavora in america per una tv via cavo, Mike Dudley scrive per una rivista in Inghilterra.
Adrian Borland a causa della depressione dovuta al fallimento della sua carriera si è suicidato il 26 aprile 1999 gettandosi sotto un treno. Un vero peccato.
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