di Antonio Vetrano
Non hanno più bisogno di essere accostati a qualche nome, preferibilmente straniero e ovviamente valido, per poter raffigurare l’immagine di una buona band. A mio giudizio si sono anche liberati di quel fastidioso residuo di italianità che spesso può essere un limite, e parlano la lingua internazionale di chi suona e ascolta indie. Una seconda prova di un quartetto catanese di amici (che non mi hanno pagato per scrivere ciò) che tra mille sofferenze si sono messi in discussione mille volte, si sono liberati delle ingenuità, del retaggio di provincialismo e del vittimismo che affligge i musicisti della ns città e sono pronti ad esportare una immagine di vera musica di quella Catania che più volte è stata, a ragione, dichiarata morta, ma che non ha intenzione di rassegnarsi al proprio destino di inguaribile Sud.
Intarsi chitarristici e melodie profondamente noir si incastrano in una ritmica asciutta ed essenziale, mai banale. Su questi territori sorvola inquietante un cantato a volte lontano ed impercettibile quasi avesse paura di farsi scoprire altre volte presente e minaccioso. House 6x3 regala sogni ed immagini, psichedelica ed iterativa Edison’s last machine, Follows ti incuriosisce con ritmiche sincopate ed una melodia che ricorda i Cure. Lascio a voi il piacere di scoprire tutte le altre songs. Però…. Disco per una notte di pioggia
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