di Florinda Ipocoana
Fujiya & Miyagi sono senza alcun dubbio una cult band: pochi ammiratori, ma buoni, ed ottima critica. Nonostante il nome proprio di due, dal suono orientale, la band è inglese, di Brighton, ed i membri sono attualmente quattro, erano tre, prima ancora due, appunto…
"Ventriloquizzing” è il quarto album, dal 2002 ad oggi, quinto se aggiungiamo “Remixes”, (che dal titolo dice tutto) e dobbiamo appunto accettare, come già dicevamo, che difatti i loro suoni, decisamente originali e ricchi di personalità, non sono mai davvero diventati noti ai più. Che con questo nuovo lavoro sia arrivato il momento? In realtà, non sappiamo nemmeno se augurarcelo, certi, più che altro, che il loro kraut pop funk, per quanto a nostro gusto irresistibile, non sia da tutti masticabile.
Per stimolare la giusta curiosità, i quattro hanno “donato” un nuovo brano (Sixteen Shade Of Black And Blue) in download gratuito dal loro sito ufficiale. In effetti, la data di pubblicazione è l’11 gennaio 2011, ma abbiamo già potuto ascoltare queste interessanti 11tracce, dove, come sempre, suoni elettronici, chitarre ed estrema classe si fondono insieme creando un riff che li caratterizza come pochi dei loro colleghi hanno saputo fare. (Ci vengono in mente i Ratatat…)
I loro ritornelli, intensi e carichi di mistero, martellano chi li ascolta, affascinando e stordendo. La voce è soffusa, morbida, sussurrata, a dispetto dei suoni crudi e freddi. Kraftwerk fra tutti i loro ispiratori, ma con meno roboticità ed un gusto per i giochi di parole inesistenti che diventano un vero e proprio tormentone. Non ci discostiamo molto dalle altre produzioni, ma a noi loro piacciono così e non vorremmo mai perdessero questa forma canzone che tanto li contraddistingue.
Nessun manierismo, nessuna intenzione intellettuale o emotivamente toccante, ma ballate che fanno viaggiare la mente… “Pills”, a nostro avviso, il brano più interessante dell’album, forse il più melodico fra tutti, forse il più ritmicamente diverso. Tanto divertente, già dal titolo, “Minestrone”, dove irrompe ogni tanto il suono di una tastiera old style, dal sapore psichedelico. “Universe”, narcotica batteria ed un coretto di voci femminili, chiude l’opera.
Non è forse il loro lavoro migliore né il più folgorante, ma ascoltarli è sempre un piacere per corpo e mente.
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