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dedicato a Umberto



Interviste

 
VERDENA
venerdì 4 luglio 2002

di Monica Cartia

Monica – Inizialmente siete stati paragonati ai Prozac+ e i Marlene Kuntz. A quale di queste realtà vi sentite più vicini?

Alberto – E’ un po’ strano perché noi non avevamo mai ascoltato nessuno dei due. E’ una cosa molto strana perché noi siamo molto esterofili nel pensiero, abbiamo dei riferimenti esteri, più americani che inglesi. Punk americano per esempio, la psichedelia americana e il pop anni ’60 inglese. Quindi sono sicuro che i Prozac+ e i Marlene Kuntz non ci abbiano assolutamente influenzato; probabilmente abbiamo le stesse influenze, capita!

M. – Questa sera vi ho trovato più cresciuti musicalmente, volevo sapere se questo cambiamento è stato, in parte, conseguenza del passaggio dalla Black Out alla Mescal.

A.  – Non penso sia stato molto determinante!

M. – Altra novità nell’album "Solo un grande sasso". Ho notato la diversità di linguaggio e impostazione dei testi rispetto al vostro primo lavoro. La causa?

A.  – Evoluzione personale. Probabilmente nel prossimo album faremo ancora pop, o country. Il fatto è che noi ci rompiamo i coglioni immediatamente di quello che stiamo facendo.

M. – Come è nata la collaborazione con Manuel Agnelli e il Tora Tora?

A.  – Manuel ci ha chiesto di partecipare, a noi l’anno scorso ci è piaciuto tantissimo e siamo andati da lui per farlo anche quest’anno. Con lui abbiamo un rapporto direi "temibile". Abbiamo un rapporto molto stretto di amicizia e di questo ne vado fiero. Siamo una famiglia!

M. – Perché in Italia si è costretti a cantare in italiano, non è un limite per farsi conoscere all’estero?

A.  – In Italia funziona così e basta, se non canti in italiano non succede niente. Tutto riguarda la mentalità italiana, pensa alla scuola e a come ci insegna l’inglese: di merda! Conseguenza: a nessuno frega un cazzo dell’inglese perché non si capisce… all’estero poi non interessa di sentire la nostra lingua o l’inglese fatto male. A me interessa la musica e poi il testo. Noi proveremo a cantare in inglese nel nostro prossimo album.

M. – A voi non piacerebbe uscire fuori dall’Italia cantando in inglese?

A.  – E’ proprio questo che vorremmo fare col prossimo album.

 

 

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